La
leggenda narra una triste vicenda… la
Terra è avvolta da un’interminabile
notte…. Durante una serata luminosa e limpida, una splendida gitana si recò scalza ed affaticata su un monte per pregare la luna e confessarle
la sua tristezza. La pellegrina, si inginocchiò sulla sommità della montagna con le braccia rivolte verso il cielo e gli occhi increspati di pianto. La luna, la signora della notte, colei
che governava sulla natura e su tutta la terra, apparve da dietro le nuvole e illuminò
prepotentemente la donna pronta ad ascoltare la sua supplica. La gitana smise di piangere e, rapita da questa energia e
da questa manifestazione di accondiscendenza si mise a contemplarla con
ammirazione e con rispetto. La luna osservava la donna sorridendo e lei guardandola la
implorò di far tornare il suo amato, un coraggioso uomo dalla pelle scura.
All’improvviso un forte vento si alzò sulla cima del monte … la donna si spaventò poiché l’amabile luna cambiò espressione assumendo un aspetto minaccioso. Non era più sorridente e la sua luce si fece più cupa e fredda. Dopo la preghiera, La luna acconsentì alla richiesta della donna disperata, dicendole che il suo uomo sarebbe tornato e le avrebbe perdonato i suoi peccati, ma in cambio del suo favore le chiese il suo primogenito. Subito dopo scomparve senza attendere una risposta dalla gitana. La luna impose un ordine senza possibilità di negazione e la promessa era ormai suggellata.
All’improvviso un forte vento si alzò sulla cima del monte … la donna si spaventò poiché l’amabile luna cambiò espressione assumendo un aspetto minaccioso. Non era più sorridente e la sua luce si fece più cupa e fredda. Dopo la preghiera, La luna acconsentì alla richiesta della donna disperata, dicendole che il suo uomo sarebbe tornato e le avrebbe perdonato i suoi peccati, ma in cambio del suo favore le chiese il suo primogenito. Subito dopo scomparve senza attendere una risposta dalla gitana. La luna impose un ordine senza possibilità di negazione e la promessa era ormai suggellata.
La donna corse via con le gambe tremanti e
sconvolta nell’animo per ciò che aveva udito. Le parole della luna erano impresse nella sua mente e pensava a
come avrebbe fatto a cullare e a
prendersi cura di suo figlio essendo sprovvista di braccia. I mesi passarono e
la gitana fu accontentata dalla signora della notte. Il suo amato tornò colmo di pentimento e dispiaciuto per quello che era successo. La
primavera seguente dalla loro unione nacque un bambino, con bianchi e finissimi
capelli, pelle candida come il latte e occhi scintillanti come stelle del cielo. Immediatamente
l’uomo dalla pelle scura capì che non si trattava di suo figlio e ferito nell’orgoglio
perse la ragione. Sfogò la sua ira rinnegando il bambino. Accecato dall’odio, umiliato e tradito corse dalla sua donna con un coltello e in un attacco di
follia la colpì uccidendola. Subito dopo tornò alla sua capanna prese il cesto
con bambino albino, lo porto nel bosco e lo abbandonò.
Una leggenda triste e toccante, riproposta musicalmente dai Mecano: una canzone stupenda che evoca luoghi da fiaba, un’interpretazione toccante di una triste vicenda che fa commuovere. I Mecano nascono nel
FIGLIO DELLA LUNA (TESTO)
Per chi non fraintenda
narra la leggenda
di quella gitana
che pregò la luna
bianca ed alta nel ciel
mentre sorrideva
lei la supplicava
«fa che torni da me»
«tu riavrai quell'uomo
pelle scura
con il suo perdono
donna impura
però in cambio voglio
che il tuo primo figlio
venga a stare con me»
chi suo figlio immola
per non stare sola
non è degna di un re Luna adesso sei madre
ma chi fece di te
una donna non c'è
dimmi luna d'argento
come lo cullerai
se le braccia non hai
figlio della luna
Nacque a primavera
un bambino
da quel padre scuro
come il fumo
con la pelle chiara
gli occhi di laguna
come un figlio di luna
«questo è un tradimento
lui non è mio figlio
ed io no, non lo voglio»
Luna adesso sei madre
ma chi fece di te
una donna non c'è
dimmi luna d'argento
come lo cullerai
se le braccia non hai
figlio della luna
II gitano folle
di dolore
colto proprio al centro
dell'onore
l'afferrò gridando
la baciò piangendo
poi la lama affondò
corse sopra al monte
col bambino in braccio
e lì lo abbandonò
Luna adesso sei madre
ma chi fece di te
una donna non c'è
dimmi luna d'argento come lo cullerai
se le braccia non hai
figlio della luna
Se la luna piena
poi diviene
è perché il bambino
dorme bene
ma se sta piangendo
lei se lo trastulla
cala e poi si fa culla
ma se sta piangendo
lei se lo trastulla
cala e poi si fa culla