una splendida immagine di Brigid Bazlen nella sua interpretazione di Salomè (1961)
Il personaggio di Salomè
ha attraversato il tempo e si colloca fra storia e leggenda. Una donna
bellissima, una grande danzatrice, un mito rappresentato per secoli da artisti di
ogni sorta: dalla pittura al teatro, dalla scultura alla musica. La storia di Salomè che tutti conoscono e per la
quale è famosa è la danza dei sette veli con la quale ebbe in cambio la testa
di Giovanni il Battista. Salomè è l’immagine della sensuale bellezza della
danza orientale, l’immagine di una giovane donna che e danza per il Re con
movimenti suadenti nascondendo il corpo con leggerissimi veli. Il Vangelo di Marco ci
racconta che Giovanni Battista venne fatto arrestare da Erode, accusato di
adulterio dallo stesso predicatore, il quale, non accolse la richiesta della moglie di farlo giustiziare. Erodiade convinse così la figlia Salomè a ballare per il
patrigno e a chiedergli, come ricompensa, la testa del prigioniero.
Il dramma teatrale Salomè scritto da Wilde, l’autore de più famoso "Il
ritratto di Dorian Gray", propose invece
un’altra versione con in suo
inconfondibile stile.
Il monarca Erode
Antipa vive con la ex moglie del
fratello Filippo, la spietata Erodiade, ed intreccia con lei una relazione non
convenzionale seppur approvata da un matrimonio.
Nella dimora si sta svolgendo un banchetto che ospita giudei, romani ed
egiziani. L’opera di Wilde si apre subito sulla protagonista Salomè, con la discussione tra i soldati che parlano e
osannano la sua bellezza. Nel frattempo Erode ha fatto rinchiudere Giovanni il
Battistia (in ebraico Iokanaan) come sobillatore del popolo. Tuttavia
Erode è intimorito dal comportamento del
profeta, che nonostante sia prigioniero, continua ad urlare profezie sull'avvento del Messia condannando
il comportamento dei monarchi di Giudea soprattutto quello di Erodiade dandole
pubblicamente dell’adultera. Salomè è presente al banchetto ma si allontana
infastidita dai continui sguardi di
Erode. La fanciulla è incuriosita dal
prigioniero e ne chiede la liberazione alle guardie per potergli parlare. In un
primo momento essi si dimostrano spaventati e sorpresi dalla richiesta della principessa, ma
alla fine cedono alle sue richieste e liberano Iokanaan. Il profeta uscì dalla
prigione continuando a proferire parole
di sdegno e di condanna verso i due
sovrani. Questo comportamento inebriò la giovane principessa che subì il
fascino selvaggio e audace dell’uomo spingendola tra le sue braccia alla ricerca
di un bacio, un gesto che Iokanaan evitò immediatamente. Nel frattempo
sopraggiungono i sovrani ed Erode non ha occhi che per Salomè. La bellezza
della sua figliastra lo spinge a dichiararsi e a farle esplicite proposte d’amore
che la principessa rifiuta. Iokanaan non perde l’occasione nel maledire il
comportamento libertino di Erodiade che cerca difesa nel marito senza successo,
poiché è troppo impegnato a contemplare
le grazie di sua figlia. La regina profondamente offesa medita vendetta.
Erode nel frattempo è totalmente preso da Salomè e le chiede di danzare per lui. Per convincerla si offre di esaudire ogni suo
desiderio (famosa la frase “Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse
anche la metà del mio
regno” dal vangelo di Marco) . Salomè accetta ed esegue la famosa danza dei
sette veli. Una piccola parentesi sul significato di questa danza che possiamo
collegare alla danza del ventre. La dea Ishtar nella mitologia babilonese, era spesso rappresentata con i famosi sette
veli, che corrispondevano ai sette chakra (centri energetici del corpo),
di colori differenti ad indicare anche i
sette pianeti, ognuno dei quali possedeva dei pregi e dei difetti che influenzavano
la personalità di ogni essere vivente.
In onore di questa Dea, le sacerdotesse eseguivano la famosa ‘Danza dei 7 Veli’, dove l’abbandono di un velo simboleggiava l’allontanamento degli aspetti umani negativi per esaltarne quelli positivi. Era una danza sacra, che donava energia e armonia tra il corpo e la mente seguita da una preghiera alla dea. Non era una danza erotica , anche se spesso è definita in questo modo. Torniamo all’opera di Wilde: finita l'esecuzione, la danzatrice rivelò il suo desiderio, ovvero quello di baciare le labbra di Iokanaan. L’uomo si rifiutò per l’ennesima volta e Salomè indignata volle la sua testa su un piatto d’argento. Erode non voleva uccidere il profeta per timore della collera divina, ma tuttavia non potè venir meno alla sua promessa e lo fece giustiziare. Questo gesto soddisfò ampiamente anche le aspettative di Erodiade. Nel dramma di Wilde, Erode si pente del suo gesto e inorridito dalla freddezza di Salomè ne ordina l’uccisione.
In onore di questa Dea, le sacerdotesse eseguivano la famosa ‘Danza dei 7 Veli’, dove l’abbandono di un velo simboleggiava l’allontanamento degli aspetti umani negativi per esaltarne quelli positivi. Era una danza sacra, che donava energia e armonia tra il corpo e la mente seguita da una preghiera alla dea. Non era una danza erotica , anche se spesso è definita in questo modo. Torniamo all’opera di Wilde: finita l'esecuzione, la danzatrice rivelò il suo desiderio, ovvero quello di baciare le labbra di Iokanaan. L’uomo si rifiutò per l’ennesima volta e Salomè indignata volle la sua testa su un piatto d’argento. Erode non voleva uccidere il profeta per timore della collera divina, ma tuttavia non potè venir meno alla sua promessa e lo fece giustiziare. Questo gesto soddisfò ampiamente anche le aspettative di Erodiade. Nel dramma di Wilde, Erode si pente del suo gesto e inorridito dalla freddezza di Salomè ne ordina l’uccisione.