Figlio della luna: leggenda, testo e melodia...

La natura circostante osservò il terribile gesto: gli alberi, le foglie e il vento intonarono una melodia: un fruscio soave per interrompere il pianto del piccolo innocente. Il bimbo sorrise e si sentì amato e beato tra i suoni, i colori e i profumi  del bosco. La Luna accorse al richiamo del figlio. Scese  sulla terra, lo raccolse, lo prese con sé , lo coccolò e lo nascose  per proteggerlo dalle crudeltà del mondo. La  luna si faceva piena  ed alta nel cielo quando il  suo bambino era  calmo e  calava incurvandosi a formare una culla, per poterlo calmare con un soave dondolio,  quando piangeva. La luna era una madre molto premurosa e fece crescere il figlio forte e luminoso, fino al giorno in cui avrebbe brillato di luce propria. Una luce dai caldi bagliori color oro… Una luce che scaldò il Mondo e che lo  separò dall’eterna notte che lo avvolgeva… Una notte eterna che ebbe fine grazie al figlio della Luna…..




La  leggenda narra una triste vicenda… la Terra è  avvolta da un’interminabile notte…. Durante   una serata luminosa e limpida, una splendida  gitana si recò scalza ed affaticata  su un monte per pregare la luna e confessarle la sua tristezza. La pellegrina, si inginocchiò sulla sommità della montagna con  le braccia rivolte verso il cielo e  gli occhi increspati di  pianto. La luna, la signora della notte, colei che governava sulla natura e su tutta la terra,  apparve da dietro le nuvole e illuminò prepotentemente la donna pronta ad ascoltare la sua supplica. La gitana  smise di piangere e, rapita da questa energia e da questa manifestazione di accondiscendenza si mise a contemplarla con ammirazione e con rispetto.  La luna  osservava  la donna sorridendo e lei guardandola la implorò di far tornare il suo amato, un coraggioso uomo dalla pelle scura.
All’improvviso un forte vento si alzò sulla cima del monte … la donna si spaventò   poiché l’amabile luna cambiò espressione assumendo  un aspetto minaccioso. Non era più sorridente e la sua luce si fece più cupa e fredda. Dopo la preghiera, La luna acconsentì alla richiesta della donna disperata,  dicendole che il suo uomo sarebbe tornato e le avrebbe perdonato i suoi peccati, ma in cambio  del suo favore le chiese il suo primogenito. Subito dopo scomparve senza attendere una risposta dalla gitana. La luna impose un  ordine senza possibilità di negazione e la promessa era ormai suggellata.
La donna corse via con le gambe tremanti e sconvolta nell’animo per ciò che aveva udito. Le parole della luna  erano impresse nella sua mente e pensava a come avrebbe fatto  a cullare e a prendersi cura di suo figlio essendo sprovvista di braccia. I mesi passarono e la gitana fu accontentata dalla signora della notte. Il suo amato  tornò colmo di pentimento e  dispiaciuto per quello che era successo. La primavera seguente dalla loro unione nacque un bambino, con bianchi e finissimi capelli, pelle candida come il latte e  occhi scintillanti come stelle del cielo. Immediatamente l’uomo dalla pelle scura capì che non si trattava di suo figlio e ferito nell’orgoglio perse la ragione. Sfogò la sua ira rinnegando il bambino. Accecato dall’odio, umiliato e  tradito corse dalla sua  donna con un coltello e in un attacco di follia la colpì uccidendola. Subito dopo tornò alla sua capanna prese il cesto con bambino albino, lo porto nel bosco e  lo abbandonò.




Una leggenda triste e toccante, riproposta musicalmente dai Mecano: una canzone stupenda che  evoca luoghi da fiaba, un’interpretazione toccante di una triste vicenda che fa commuovere. I Mecano nascono nel 1981 a Madrid come gruppo musicale spagnolo   di musica pop, fondato dai fratelli Nacho e José María Cano e accompagnati dalla cantante Ana Torroja.    


FIGLIO DELLA LUNA (TESTO)

Per chi non fraintenda
narra la leggenda
di quella gitana
che pregò la luna
bianca ed alta nel ciel
mentre sorrideva
lei la supplicava
«fa che torni da me»
«tu riavrai quell'uomo
pelle scura
con il suo perdono
donna impura
però in cambio voglio
che il tuo primo figlio
venga a stare con me»
chi suo figlio immola
per non stare sola
non è degna di un re Luna adesso sei madre
ma chi fece di te
una donna non c'è
dimmi luna d'argento
come lo cullerai
se le braccia non hai
figlio della luna
Nacque a primavera
un bambino
da quel padre scuro
come il fumo
con la pelle chiara
gli occhi di laguna
come un figlio di luna
«questo è un tradimento
lui non è mio figlio
ed io no, non lo voglio»
Luna adesso sei madre
ma chi fece di te
una donna non c'è
dimmi luna d'argento
come lo cullerai
se le braccia non hai
figlio della luna
II gitano folle
di dolore
colto proprio al centro
dell'onore
l'afferrò gridando
la baciò piangendo
poi la lama affondò
corse sopra al monte
col bambino in braccio
e lì lo abbandonò
Luna adesso sei madre
ma chi fece di te
una donna non c'è
dimmi luna d'argento come lo cullerai
se le braccia non hai
figlio della luna
Se la luna piena
poi diviene
è perché il bambino
dorme bene
ma se sta piangendo
lei se lo trastulla
cala e poi si fa culla
ma se sta piangendo
lei se lo trastulla
cala e poi si fa culla