Il rossetto rosso: il segreto di bellezza





 L'abbiamo visto sulle labbra di attrici, modelle, ballerine e donne comuni. Il rossetto rosso,  bellissimo, appariscente, sensuale… Il suo colore è simbolo di passione ma non è facile scegliere quello giusto. Il rossetto rosso, un must, un tocco sexy, il make up per eccellenza!!! Tutte le donne lo adorano ma non è semplice ottenere un buon risultato per apparire perfette.  Per prima cosa ricordatevi di selezionare accuratamente la  tonalità che più si addice al vostro viso e alla vostra carnagione, perché, sebben sia splendido, non sta bene a tutte e non è facile da portare. Ricordate che il rossetto rosso fa risaltare il vostro sorriso, tutta la vostra bocca prenderà importanza perciò fate attenzione all’igiene dentale che dovrà essere molto scrupolosa. Se le vostre  labbra sono sottili  scegliete delle tonalità  chiare, per non  assottigliarle ancora di più . Per chi ha labbra sottili è molto più indicato un gloss che dona luce e corposità. Ricordate di testate il rossetto prima di acquistarlo provandolo sul dorso della mano per valutare colore e consistenza.  





Un’alleata indispensabile del rossetto è la matita per le labbra. Servirà a definire il vostro contorno  e a correggere le simmetrie. Ovviamente si può portare il rossetto con disinvoltura ed avere un buon risultato se le nostre labbra sono ben curate. Se sono  screpolate  in commercio ci sono dei prodotti specifici per rimuovere le cellule morte e ammorbidire la pelle. Potrete anche utilizzare un metodo casalingo molto efficace passando delicatamente lo spazzolino da denti (senza dentifricio ovviamente…) sulle labbra. Per applicare il rossetto potrete stenderlo  direttamente sulle labbra o utilizzare  un pennellino  specifico. Durante la stesura tenete la bocca semi-aperta e partite dal centro del labbro superiore per finire ai bordi, mentre sul labbro inferiore farete al contrario:  dagli angoli fino al centro. Potete cambiare l’effetto trasformandolo in “wet” oshine”  con l’ applicazione di un gloss che renderà il tuo rossetto ancora  più sexy.



Infine potete fissare il  tutto con un prodotto fissatore  specifico che mantiene  il rossetto sulle tue labbra evitando le sbavature. In commercio ci sono moltissimi rossetti che hanno questa componente integrata, non sbavano e durano a lungo.
Auguro a tutte un buon risultato e vi lascio con questa bellissima citazione di Coco Chanel:

Si vous etes tristes, si vous avez un chagrin d'amour, maquillez vous, mettez du rouge à lèvres et attaquez!!!"




Se vi sentite tristi, se avete un problema d'amore, truccatevi, mettetevi il rossetto e affrontate il mondo o attaccate!


Sara Semarah Dance indossa Rouge allure Chanel


Indira musa di Semarah Dance - Rouge Dior 
Antonella Musa di Semarah dance - Kiko

Tecla - musa di semarah dance indossa YSL



                                          Mary - Musa di Semarah dance indossa Rimmel


Jessica - Musa di semarah dance indossa Dior Addict



Le sirene: mitologia, storia, fiabe e danza del ventre...








Le Sirene sono misteriose figure mitologiche, note e temute nel passato, sensuali e attraenti nel presente. Nella Grecia antica e di conseguenza nell’antica Roma le sirene popolavano la letteratura ed erano raffigurate con opere d’arte in cui presentavano nel loro aspetto caratteristiche di esseri oscuri come le Erinni, appartenenti alla schiera di Ecate della quale fanno parte anche le Arpie e le Lamie. Nella mitologia greca antica le sirene erano infatti figure simili alle arpie che con le loro irresistibili melodie attiravano i marinai verso le loro isole rocciose e li facevano naufragare, distruggendo le loro navi. Si credeva fossero anime che non furono placate con gli onori funebri liberatori e rimasero insoddisfatte con sete di vendetta, perciò attiravano a sé i mortali, ammaliandoli e seducendoli per poi ucciderli. Nel medioevo il "Liber Mostrum" ovvero il "Libro dei Mostri", descriverà una sirena come creatura donna pesce come le conosciamo oggi. La prima storia di sirene entrata nella mitologia fu quella di Orfeo che accompagnò gli Argonauti lungo il tratto di mare nei pressi dell’isola delle Sirene. Per distrarre i suoi uomini e non farli cadere in tentazione Orfeo suonò la lira di Bitonto e coprì il loro canto fatale facendone perdere il diabolico potere. Le Sirene compaiono anche nell’Odissea di Omero. Circe le descrisse ad Ulisse come muse del mare, splendide creature che ammaliano col loro canto i naviganti. Le Sirene omeriche non hanno una precisa collocazione geografica, mentre l’opera di Esiodo le pone sulla costa occidentale dell'Italia meridionale. Nella poesia alessandrina le Sirene sono figlie di una Musa e del fiume Acheloo. Secondo un'altra versione si pensava fossero figlie di Forco e di Ceto. Intorno alla loro origine, si favoleggiò anche un’altra versione ovvero che fossero state le compagne di gioco di Persefone, trasformate da Demetra in uccelli per punizione poiché non aiutarono l’amica quando fu vittima del rapimento di Ade. Spesso le sirene erano rappresentate con una cetra che serviva per accompagnare il canto. La principale caratteristica delle sirene era in ogni caso la voce meravigliosa, che nei secoli diventò un simbolo di seduzione. Lungo la costa dell'Italia meridionale vivevano tre sirene tra le più popolari: Partenope che diede poi il nome all'antica Napoli, Leucosia (la bianca) e Ligea (colei che possiede voce chiara). Come tutte le creature d'acqua le Sirene potevano cambiare forma. Secondo le fiabe nordiche si diceva che se fossero uscite dall’acqua avrebbero avuto le gambe al posto della coda, ma appena si fossero bagnate avrebbero riprendono la loro forma originaria. Altra caratteristica delle sirene era la capacità di predire il futuro . Oggi la Sirena più famosa è sicuramente la protagonista dell'omonima fiaba di Andersen , una fanciulla del mare malinconica ed innamorata, che si sacrifica per amore del principe umano al quale salvò la vita e che non contraccambiò mai il suo amore. Una fine triste ripresa anche da un film d'animazione che uscì nel 1973. Nel 1984 toccò a “ Splash, una sirena a Manhattan” diretto da Ron Howard  con un giovanissimo Tom Hanks e una splendida Deryl Hannah, una pellicola con una storia d’amore totalmente rimodernata e a lieto fine. Nel 1989 uscì “La sirenetta”, la versione animata diretta da  John Musker e Ron Clements , prodotta dalla Disney. Un grandissimo successo per un film d’animazione che incassò 84 milioni di dollari solo nel  nord America  e che raggiunse i 212 milioni di dollari fino ad oggi, consacrando il film come uno dei migliori prodotti dalla casa Disney. Oltre alla struttura di animazione principale a  Glendale in California , la Disney aprì un impianto satellitare di animazione durante la produzione della La sirenetta a Lake Buena Vista, vicino a Orlando in Florida , all'interno del parco a tema . La sirenetta fu anche l'ultimo film Disney ad utilizzare il tradizionale metodo di animazione con i fotogrammi dipinti a mano. Una splendida creazione animata con un finale a lieto fine. Un film divertente, commovente , con tanti personaggi su cui spicca la tenebrosa ed inquietante presenza della strega del mare. Le sirene affascinano grandi e piccini da sempre. Bellissima la coreografia nello “Spettacolo la notte dei miti danzanti” di Semarah Dance e le sue muse, riproposta anche durante altre esibizioni pubbliche, dal gruppo delle allieve livello avanzato. Ottima anche la scelta della musica, delle luci e dei costumi.











Nel blu dell'oceano si odono canti lontani. Sirene raccontan di vecchi pirati, che udendone il canto son stati ammaliati. Le splendide acque color di smeraldo son complici amiche del loro ballo... i fianchi e la coda al ritmo dell'onda si muovon sinuosi ammaliando chi osserva.


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Figlio della luna: leggenda, testo e melodia...

La natura circostante osservò il terribile gesto: gli alberi, le foglie e il vento intonarono una melodia: un fruscio soave per interrompere il pianto del piccolo innocente. Il bimbo sorrise e si sentì amato e beato tra i suoni, i colori e i profumi  del bosco. La Luna accorse al richiamo del figlio. Scese  sulla terra, lo raccolse, lo prese con sé , lo coccolò e lo nascose  per proteggerlo dalle crudeltà del mondo. La  luna si faceva piena  ed alta nel cielo quando il  suo bambino era  calmo e  calava incurvandosi a formare una culla, per poterlo calmare con un soave dondolio,  quando piangeva. La luna era una madre molto premurosa e fece crescere il figlio forte e luminoso, fino al giorno in cui avrebbe brillato di luce propria. Una luce dai caldi bagliori color oro… Una luce che scaldò il Mondo e che lo  separò dall’eterna notte che lo avvolgeva… Una notte eterna che ebbe fine grazie al figlio della Luna…..




La  leggenda narra una triste vicenda… la Terra è  avvolta da un’interminabile notte…. Durante   una serata luminosa e limpida, una splendida  gitana si recò scalza ed affaticata  su un monte per pregare la luna e confessarle la sua tristezza. La pellegrina, si inginocchiò sulla sommità della montagna con  le braccia rivolte verso il cielo e  gli occhi increspati di  pianto. La luna, la signora della notte, colei che governava sulla natura e su tutta la terra,  apparve da dietro le nuvole e illuminò prepotentemente la donna pronta ad ascoltare la sua supplica. La gitana  smise di piangere e, rapita da questa energia e da questa manifestazione di accondiscendenza si mise a contemplarla con ammirazione e con rispetto.  La luna  osservava  la donna sorridendo e lei guardandola la implorò di far tornare il suo amato, un coraggioso uomo dalla pelle scura.
All’improvviso un forte vento si alzò sulla cima del monte … la donna si spaventò   poiché l’amabile luna cambiò espressione assumendo  un aspetto minaccioso. Non era più sorridente e la sua luce si fece più cupa e fredda. Dopo la preghiera, La luna acconsentì alla richiesta della donna disperata,  dicendole che il suo uomo sarebbe tornato e le avrebbe perdonato i suoi peccati, ma in cambio  del suo favore le chiese il suo primogenito. Subito dopo scomparve senza attendere una risposta dalla gitana. La luna impose un  ordine senza possibilità di negazione e la promessa era ormai suggellata.
La donna corse via con le gambe tremanti e sconvolta nell’animo per ciò che aveva udito. Le parole della luna  erano impresse nella sua mente e pensava a come avrebbe fatto  a cullare e a prendersi cura di suo figlio essendo sprovvista di braccia. I mesi passarono e la gitana fu accontentata dalla signora della notte. Il suo amato  tornò colmo di pentimento e  dispiaciuto per quello che era successo. La primavera seguente dalla loro unione nacque un bambino, con bianchi e finissimi capelli, pelle candida come il latte e  occhi scintillanti come stelle del cielo. Immediatamente l’uomo dalla pelle scura capì che non si trattava di suo figlio e ferito nell’orgoglio perse la ragione. Sfogò la sua ira rinnegando il bambino. Accecato dall’odio, umiliato e  tradito corse dalla sua  donna con un coltello e in un attacco di follia la colpì uccidendola. Subito dopo tornò alla sua capanna prese il cesto con bambino albino, lo porto nel bosco e  lo abbandonò.




Una leggenda triste e toccante, riproposta musicalmente dai Mecano: una canzone stupenda che  evoca luoghi da fiaba, un’interpretazione toccante di una triste vicenda che fa commuovere. I Mecano nascono nel 1981 a Madrid come gruppo musicale spagnolo   di musica pop, fondato dai fratelli Nacho e José María Cano e accompagnati dalla cantante Ana Torroja.    


FIGLIO DELLA LUNA (TESTO)

Per chi non fraintenda
narra la leggenda
di quella gitana
che pregò la luna
bianca ed alta nel ciel
mentre sorrideva
lei la supplicava
«fa che torni da me»
«tu riavrai quell'uomo
pelle scura
con il suo perdono
donna impura
però in cambio voglio
che il tuo primo figlio
venga a stare con me»
chi suo figlio immola
per non stare sola
non è degna di un re Luna adesso sei madre
ma chi fece di te
una donna non c'è
dimmi luna d'argento
come lo cullerai
se le braccia non hai
figlio della luna
Nacque a primavera
un bambino
da quel padre scuro
come il fumo
con la pelle chiara
gli occhi di laguna
come un figlio di luna
«questo è un tradimento
lui non è mio figlio
ed io no, non lo voglio»
Luna adesso sei madre
ma chi fece di te
una donna non c'è
dimmi luna d'argento
come lo cullerai
se le braccia non hai
figlio della luna
II gitano folle
di dolore
colto proprio al centro
dell'onore
l'afferrò gridando
la baciò piangendo
poi la lama affondò
corse sopra al monte
col bambino in braccio
e lì lo abbandonò
Luna adesso sei madre
ma chi fece di te
una donna non c'è
dimmi luna d'argento come lo cullerai
se le braccia non hai
figlio della luna
Se la luna piena
poi diviene
è perché il bambino
dorme bene
ma se sta piangendo
lei se lo trastulla
cala e poi si fa culla
ma se sta piangendo
lei se lo trastulla
cala e poi si fa culla













La Leggenda della "La Signora della Neve"



La leggenda di Yuki Onna,  la signora della neve, fu creata nel periodo feudale in Giappone ed è ambientata in piccolo villaggio della provincia di Musasho dove vivevano due taglialegna padre e figlio: Minokichi e Mosaku. La signora della neve  era descritta come una donna meravigliosamente bella, di un bellezza che si poteva ammirare solo una volta nella vita, una bellezza che non si poteva ignorare. La sua pelle era bianca come porcellana,  capelli scuri sciolti e disordinati , occhi penetranti  e profondi come l'abisso. Durante le fredde notti invernali  Yuki- Onna governava sulla neve, il ghiaccio e il vento invernale, che obbedivano fedelmente alla loro padrona ed eseguivano  ogni suo desiderio. Lei era lo spirito del forte vento giapponese, una creatura del freddo che amava sedurre gli uomini deboli, che non potevano resistere alla sua bellezza. Prometteva loro grandezze di ogni tipo, solo per strappare via la loro vita come un vampiro. Una creatura delle tenebre molto pericolosa poiché  aveva la capacità di amare.  Torniamo a Musasho e Mosaku…. I due si recavano ogni giorno in un bosco a cinque miglia dal  villaggio e attraversavano un fiume con un traghetto. Fu  costruito un ponte, per facilitare il passaggio verso l’altra sponda del fiume, ma puntualmente la corrente lo distruggeva, così il traghetto era l’unico modo per passare da una sponda all’altra . Una sera, ritornando a casa, furono sorpresi da una tempesta di neve. Arrivarono a fatica al molo, ma il conducente se ne era già andato, abbandonando la sua barca sulla riva opposta del fiume.


Francesca (semarah dance) foto Luis Codrò

Visto che la tempesta infuriava e non accennava a placarsi  si rifugiarono nella capanna del traghettatore, una piccola baracca squallida e gelida.  Si misero a dormire, coperti solo dai loro mantelli di paglia. Il vecchio si addormentò quasi subito, ma  Minokichi, restò sveglio a lungo, ascoltando il suono del vento durante quella tempesta spaventosa. Malgrado il freddo riuscì ad addormentarsi anche lui. Poco tempo dopo, a causa della neve che gli cadeva sul volto, si risvegliò e notò che  la porta era stata forzata. Si voltò  e vide una donna splendida vestita di bianco china su Mosaku, sembrava che lo stesse baciando. La donna si accorse che il giovane la fissava e con un rapido movimento  si chinò su di lui. Minokichi  cercò di urlare, non riuscendo ad emetter alcun suono. Il volto della donna  sfiorò il suo e  in qull’istante si accorse della sua bellezza del giovane. Yuki-Onna fu  subito affascinata dal  ragazzo e gli disse che gli avrebbe risparmiato la vita solo se non avesse mai detto a nessuno che aveva visto il suo viso. Il giovane accettò. La donna scomparve e  Minokichi chiuse  la porta, per evitar che la neve entrasse nuovamente. Pensò immediatamente di aver  aver solo sognato, ma quando si avvicinò a Mosaku, si accorse che era morto, nel suo corpo non c’era più una goccia di sangue ed era congelato. Quando cessò la tempesta, poco dopo l’alba, il traghettatore trovò Minokichi svenuto, accanto al corpo  di Mosaku.
Il giovane  fu subito soccorso, ma a causa del freddo di quella notte, restò malato per un lungo periodo.  Quando si riprese del tutto non  rivelò a nessuno ciò che vide quella fatidica notte.  Tornò alla sua normale attività:  ogni giorno si  recava nel bosco, attraversava il fiume per raccoglier legna e tornava a casa.
Una sera d’inverno, dell’anno seguente, mentre era sulla via del ritorno
, incontrò una ragazza molto bella che rispose al suo saluto con una voce molto dolce e delicata. La giovane era splendida e si muoveva con innata grazia. Minokichi fece un pezzo di strada con lei e  si misero a parlare.

Francesca (semarah dance) foto Luis Codrò


La ragazza disse di chiamarsi O-Yuki e raccontò che era rimasta orfana da poco e  si stava recando da alcuni parenti, a Yedo. Minokichi era ammaliato dalla bellezza della giovane donna e le chiese se fosse fidanzata.  O-Yuki  rispose di esser libera e fece la stessa domanda a Minokichi che disse di non aver mai preso in considerazione l’idea di un legame  profondo fino a quel momento. Dopo queste rivelazioni  imbarazzanti  camminarono a lungo senza parlare. Quando giunsero al villaggio il giovane ospitò volentieri O-Yuki per qualche giorno e fu  accolta dalla madre di Minokichi come una figlia e   si affezionò molto alla fanciulla . Ben presto i due si sposarono. La coppia viveva molto felicemente. O-Yuki si dimostrò una brava moglie e nuora, infatti cinque anni dopo la madre di Minokichi, in punto di morte, lodò la giovane con parole lusinghiere. O-Yuki e Minokichi ebbero dieci figli, maschi e femmine, tutti bellissimi e di carnagione molto chiara, come la loro madre. Gli anni passarono…  La gente del villaggio invecchiava, eppure O-Yuki si manteneva sempre giovane e bellissima, come il giorno in cui incontrò suo  marito. Una sera, dopo aver messo a letto i bambini, O-Yuki si avvicinò alla luce di una lanterna di carta. Minokichi, guardandola, illuminata da quella luce  le disse che la ricordava una donna bellissima  che incontrò quando aveva diciotto anni. O-Yuki gli chiese di raccontargli la vicenda.. Minokichi le raccontò tutto ciò che successe quella notte, della morte di Mosaku e della donna bianca che lo aveva ucciso. “Non ho mai capito se ciò che vidi anni fa, fosse solo un sogno, o se quella che vidi fosse la Signora della Neve.” O-Yuki lo guardò colma d’ira,  emise un urlo terrificante nei confronti del marito, gli rivelò che era lei la Signora delle nevi e che doveva pagare per non aver  mantenuto la sua promessa. Tornò ad essere Yuki Onna e  nel momento in cui era pronta per ucciderlo, si ricordò dei suoi figli piccoli, e immaginò le loro vite senza il padre. Così placò la sua collera,  aprì la porta e se ne andò nella nebbia. Dalle tenebre si raccomandò di essere gentile con i figli,   e disse al marito di stare in guardia poiché lo  avrebbe perseguitato per sempre per essere sicura della loro  salute e del benessere delle sue giovani creature . In caso contrario sarebbe ritornata con la velocità del vento e gli avrebbe tolto la vita come punizione per aver infranto la promessa.





Una bellissima leggenda giapponese che abbiamo voloto rivivere.. le foto che accompagnano la storia sono della bellissima Francesca,  Musa di Semarah Dance nella sua splendida interpretazione della "Signora della neve", durante lo spettacolo di danza del ventre “Il sultano e la sua sposa” in scena a Como nel 2010. In quella serata Francesca portò sul palco poesia, bellezza  e magia …




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Foto Luis Condrò

RINGRAZIAMO SEMARAH DANCE PER IL MATERIALE FOTOGRAFICO 

Atena e Nike: vittoria e saggezza





Nike  è un personaggio della mitologia greca, personificazione della vittoria. Viene raffigurata come una donna alata, fatto da cui le derivano gli appellativi di Vittoria Alata e di Dea Alata della Vittoria. Nike è figlia del titano Pallante e della ninfa Stige , sorella di Cratos , Bia  e Zelos . Secondo la mitologia classica, Stige portò i suoi quattro figli da Zeus quando quest'ultimo stava raggruppando gli alleati per la Guerra contro i Titani: Zeus nominò Nike condottiera del suo carro divino, ruolo in cui viene spesso ritratta nell'arte classica greca e nominò tutti e quattro sentinelle del suo trono. Nell'arte greca e romana la dea Nike era agile e splendida, con lunghe vesti e ali spiegate, pronte ad alzarsi in volo verso l’Olimpo degli dei, nel quale il nome del vincitore è portato in trionfo. Fu raffigurata in numerose statue con ali e una piuma in mano. I suoi attributi sono stati anche associati alla forza e alla rapidità. Essendo amata dal padre degli dei  non poteva non diventare anch’essa figlia di Zeus, divenendo la figura parallela dell'altra sua figlia, Atena.Dea della gloria giovane e del trionfo, ma  siccome non c’è trionfo senza saggezza,  Nike divenne epiteto sua "nuova” sorella . La dea Atena è una delle maggiori e più importanti divinità del pantheon greco, nonché una delle più conosciute in tutto il Mediterraneo. Atena è figlia di Zeus (padre degli dei) e di Metide (dea della sapienza)  e da entrambi ha ereditato le loro maggiori caratteristiche, tanto da diventare ella stessa, per importanza e potere, la seconda divinità dell’Olimpo: simbolo di una perfetta ed equilibrata fusione di forza e saggezza. Tra gli dei dell'Olimpo Atena viene ritratta come la figlia prediletta di Zeus, nata già adulta ed armata, dalla testa del padre. L'astuzia e la furbizia erano delle doti che Atena poteva donare ai suoi protetti. Nike è strettamente legata alla dea Atena, infatti le due fanno spesso coppia, poiché sono  unite da un legame fortissimo ed era anche  una delle figure più ricorrenti sulle antiche monete greche. La dea della guerra e della sapienza unità alla dea della vittoria. Due danzatrici, due amiche, due muse di Semarah dance… Nella notte dei miti danzanti sono scese dall’olimpo due dee alate dischiudendo le loro ali con agguerrita grandezza.
 

 




 
Le muse di Semarah Dance: Indira a Lucia interpretano Nike e Atena
 
 
 

Selene: mitologia e danza del ventre







Selene era la divinità greca della Luna. figlia di Iperione e di Teia e sorella di Elio. Selene era la personificazione della Luna piena e spesso era associata a Ecate (la Luna calante) e ad Artemide (la Luna nuova). Nelle antiche culture era diffusa l'idea che la Luna morisse ogni notte per calare nel mondo delle ombre e che fosse coinvolta in un continuo inseguimento con il Sole. Selene veniva rappresentata come una bellissima donna, dal viso pallido; indossava fluenti vesti bianche e argentate, portava in mano una torcia ed aveva il simbolo della luna crescente sul capo. Talvolta era raffigurata su una biga trainata da cavalli bianchi mentre correva all'inseguimento di quella solare. Furono molto numerosi gli amori legati al nome di Selene. Tra i più significativi, viene sempre citato quello con Zeus, relazione fugace di una notte e dalla quale nacque Pandia. Un altro nome sempre associato alla dea è quello di Pan, dio oscuro e mostruoso in netto contrasto con la bellezza, la grazia e lo splendore della luna. Ma Selene secondo quanto raccontato dalle diverse fonti, amava profondamente l'oscurità e ogni notte si perdeva nel suo abbraccio . La vicenda amorosa più celebre di Selene è però quella vissuta con Endimione, re dell'Elide, un giovane dotato di straordinaria bellezza. "Endimione" ("colui che dimora dentro") viveva all'interno di una grotta. Fu in questo luogo che Selene lo vide per la prima volta e si innamorò perdutamente e disperatamente. Gli si sdraiò accanto e lo baciò sulle palpebre. Per il timore che un giorno Endimione potesse morire, Selene con quel bacio suggellò un sonno eterno e gli occhi dell’amato non si aprirono più, se non soltanto per potela vedere quando andava a trovarlo ogni notte. Alcune fonti, legano questa vicenda ad un dono che il giovane Endimione ricevette da Ipnos, il dio alato del sonno, innamorato del giovane, al quale permise di vivere per sempre dormendo ad occhi aperti. La luna continuò comunque ad unirsi al giovane addormentato e da questa relazione molto particolare nacquero 50 figlie. Molte delle credenze popolari sono legate agli effetti della Luna: la fase di luna piena è favorevole ai pescatori poiché attira i pesci in superficie, il mosto va messo nelle botti nelle notti di luna nuova, mentre gli ortaggi devono essere seminati con la luna crescente, periodo in cui aumenta anche il numero delle nascite.Nella notte dei miti danzanti una splendida e algida “Musa di Semarah Dance” regala al pubblico un pezzo belly drama davvero incantevole. L’assolo di Laura: un insieme di grazia, bellezza e dolcezza.

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Jillina: una vita dedicata alla danza



Jillina ha dedicato la sua vita alla danza. Insegnante, ballerina e  Coreografa, fondò la sua compagnia di danza nel 1999.  Dal 2003 al 2009 ha lavorato come Direttore Artistico ed è stata la coreografa principale, fino al 2010,  delle  Bellydance Superstars. Nella primavera del 2009, Jillina ha ideato il  Bellydance Evolution, per la quale è  produttore, co-regista e interprete. Il  Bellydance Evolution è un approccio rivoluzionario verso  l'arte della Danza del Ventre,  uno spettacolo teatrale con una trama, molto simile a un balletto.
Jillina arricchisce il suo stile con varie contaminazioni di  danza mediorientale,  Folklore, Jazz, , Hip Hop. Lei viaggia moltissimo per seminari e spettacoli e il suo talento l’ ha portata  in Inghilterra, Scozia, Irlanda, Australia, Giappone, Cina, Taiwan, Corea, Indonesia, Malesia, Messico, Brasile, Argentina, Panama, Cile, Venezuela, Canada, Francia, Italia, Monaco, Germania, Belgio,
Austria, Olanda, Repubblica Ceca, Ungheria, Spagna, Svizzera, Portogallo, Lussemburgo, Russia, Turchia, Marocco, Dubai e l'Egitto, ottenendo numerosi  riconoscimenti.  
Jillina ha vinto numerosi premi dalla IAMED e dall'Accademia di Giza, tra cui Miglior Ballerina moderna egiziana, Best Video Musica, Best Dance e Dancer of the Year. Il pubblico di tutto il mondo può ammirare Jillina  anche attraverso i suoi 9 dvd didattici che sono stati tradotti  in 5 lingue diverse.
Attraverso i suoi anni di esperienza professionale di insegnamento, Jillina ha imparato l'arte di poter insegnare  danza a di tutti i livelli sia ad un singolo elemento che a una classe di 1000 allieve ed ha una particolare capacità nell’entrare in sintonia  con le persone dentro e fuori lo stage.
I suoi viaggi annuali in Egitto le permettono di progredire nella sua arte e di tenersi al  passo con tutte le tendenze moderne.


Jillina sostiene l’integrità e la tradizione di questa forma d'arte antica, ma incorpora molti tratti distintivi del suo personale stile di danza.
Jillina è la  proprietaria degli  Evolution Dance Studios,  a Universal City in California, USA. Gli Evolution offrono  lezioni di tutti i tipi di danza: dalla danza del ventre al balletto, dalla salsa allo zumba, dal tango all’ hip-hop.
Lo studio fornisce spazio per le prove di alcuni dei migliori artisti di Hollywood e serve come punto di riferimento per tutti i ballerini di  Los Angeles .
Nell'estate del  2010, Jillina è stata invitata ad essere l’ artista in evidenza, la “guest star” nel Gala di chiusura prestigioso Ahlan Wa Sahlan in Egitto, un onore che non è mai stato assegnato a una danzatrice  americana.



Evolution
Dance Studios

4200 Lankershim Blvd.
Universal City, CA 91602

Tel: 818-754-1760 : Fax: 818 754-1781


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ZOE JAKES e BEATS ANTIQUE


Beats Antique è sinonimo di  fusione e  sperimentazione. Il gruppo si formò nel 2007, in collaborazione con il produttore Miles Copeland, e  diventò famoso per l’incredibile  mix di generi diversi: una fusione di campionature, percussioni, musica elettronica, danza tribal e tribal fusion.  
Zoe Jakes iniziò a praticare la danza del ventre nel 2000, ma è una ballerina da tutta la vita, con  oltre 10 anni di esperienza in danza  jazz e danza classica alle spalle. La sua danza del ventre è una miscela di danza  tradizionale con  tango, la danza popping, e la danza indiana. E’ stata in tour con la compagnia di danza del ventre Indigo  per quattro anni e fece  il tour con le Bellydance Superstars, nel 2005. Zoe è ancora   membro onorario del gruppo  The Indigo. Il suo stile di danza è  unico assumere con chiare contaminazioni di  Art Nouveau, tango, Breakdance, la  Kathak  e danza classica indiana.



David Satori, nasce a Burlington, nel Vermont nel 1979,  e contribuisce a portare la sua esperienza musicale proveniente da tutto il mondo nel gruppo Beats Antique. Iniziò a studiare musica al liceo. Successivamente si  laurea alla California Institute of the Arts con una laurea in performance musicale e composizione. Formò  un gruppo sperimentale strumentale chiamato The Funnies con cui registrò due album. Nel 2003, Satori si trasferisce a San Francisco. Nel 2004 Satori  incontra  Zoe  incontrato e cominciano a collaborare.  Il duo iniziò a lavorare con l’ Ableton Live, un programma musicale dove sperimentavano la musica elettronica. Tommy Cappel incontrò Zoe Jakes quando erano entrambi membri della band Extra Action Marching. Satori e Cappel incontrarono molti   anni prima.  Cappel è cresciuto a Fairfax, in Virginia. E’ figlio di due insegnanti di musica e il fratello di un batterista quindi e sempre stato a contatto con la  musica. In giovane età ha prese la batteria di suo fratello, e iniziò a suonare per gioco  un gruppo di amici.  Influenzato dal padre dalla musica progressive rock e heavy metal suonata dai fratelli,  Cappel diventò un grande appassionato di percussioni.  Alla Berklee, Cappel studiò il jazz di New Orleans, il  bebop,  il jazz moderno e la world music. Dopo la laurea, si  trasferì a New York e iniziò a sperimentare vari generi.  Quando un gruppo di amici e musicisti si trasferiscì a San Francisco, Cappel si unì a loro.
La Beats Antique  si  costituì a San Francisco, in California nel 2007, quando Zoe Jakes  avvicinò il suo manager, Miles Copeland (fratello del batterista Stewart Copeland dei Police) per la creazione di un album a Sartori. Copeland accolse il  progetto nacque  il loro album di debutto  Tribal Derivations . Questo album  venne prodotto per accompagnare le esibizioni della splendida Zoë Jakes: una miscela di danza del ventre tradizionale e tribal con tango, break dance, e Indian dance.  Il secondo album del gruppo, raggiunse la top 10 degli artisti più scaricati soprattutto in  Medio Oriente e fu  tra i primi 20 album più scaricati su Amazon. Per il loro terzo album, Contraption vol. 1 il gruppo  collaborò con artisti dele calibro di Jamie Janover e LYNX. Stili musicali diversi  combinati insieme per creare un sound unico,  un connubio di vecchie e nuove ispirazioni. Ci sono contaminazioni di musica dal Medio Oriente e di danza del ventre, di hip-hop, di jazz vecchia scuola, clown, afro-beat, e molti stili di musica elettronica.
Zoe Jakes balla in un modo incredibile. Il  90 % delle sue esibizioni dal vivo è improvvisato e resta solo un misero 10% di coreografia provata in precedenza.  Zoe è così profondamente legata  alla musica  che non ha bisogno di coreografie poiché il suo corpo si muove istintivamente. Ama unicorni e crede alla loro  esistenza . E’ una performer divina che  sa come incantare e divertire il pubblico.


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La dea celtica Brigit: protettrice dei poeti, degli artigiani e dei fabbri


 
Brigit è una triplice dea celtica (viene identificata con le tre Dee che diedero il nome all’Irlanda; Eiriu, Banba e Fotla) , il figlia di Dagda e di  Bres. La bella dea è protettrice e patrona: della poesia, della guarigione, della fertilità, venerata dai poeti, fabbri e artigiani e grande maestra di arti marziali.  
Brigit era adorata soprattutto nell'impero di Brigantia che includeva le Isole Britanniche, parte della Spagna e della Francia.  Ha le sue origini in un periodo in cui i Celti adoravano le dee più degli dei  e le arti come  la medicina, l'agricoltura, l'ispirazione erano tutte caratteristiche che appartenevano al mondo  femminile.  La dea celtica, Brigit era anche maestra delle arti marziali, protettrice dei guerrieri e i suoi soldati vennero chiamati dai cristiani "briganti". Molto prima dell'era cristiana la dea Brigit era chiamata Juno Regina, ovvero regina del cielo. Se erano sicuramente più ammirate le dee rispetto ai propri “colleghi” maschi, anche il sacerdozio era destinato alle donne  e le sacerdotesse di Brigit venivano chiamate "le Tre Persone della Dea", "le Tre Benedette Dame di Britannia" e venivano spesso  identificate con le tre fasi lunari.
Il numero delle sacerdotesse di Brigit  era di 19 e rappresentavano il ciclo di 19 anni che formava il periodo del  Grande Anno celtico.

 

Brigit è legata  all'elemento fuoco, indispensabile alleato  per forgiare e modellare, elemento fondamentale per i fabbri. Molti luoghi le  sono stati dedicati ma nel nostro caso  nominiamo una  località italiana molto famosa e vicina: la  Brianza, il cui nome deriva proprio da Brigantia, in cui il suffisso brig significa altura e la brianza è collinare.
Va specificato che con il termine altura non si intende solo il significato letterario e fisico, ma anche l’energia che dalla terra si concentra per poi espandersi verso il cielo.  In Irlanda la gente prepara delle croci dedicate a Brigit con dei rametti  a quattro bracci uguali racchiusi da un cerchio, che simboleggiano la  ruota solare . Questi oggetti simbolici, confezionati con materiale naturale sono un inno alla luce e ricordano all’uomo che il sole  e il suo  calore sono indispensabili per far crescere la vegetazione.
 
 
 
Ogni anno vengono fatti nuovi amuleti e vengono arsi quelli dell’anno precendente come significato di continuo rinnovamente.  In onore di Brigit si fabbricavano anche delle bambole utilizzando spighe di grano, orzo o avena che provengono dall’ultimo covone raccolto nell’anno trascorso, poiché si credeva che lo spirito del cereale o la stessa Dea del Grano risiedesse nell’ultimo covone mietuto: come le spighe del vecchio raccolto sono il seme di quello successivo, così la vecchia divinità dell’autunno e dell’inverno si trasformerà nella giovane Dea della primavera… e Brigit rappresenta l’arrivo della bella stagione, ed è lei  la giovane dea della primavera.
 




 
Vi lasciamo con la splendida interpretazione (tutto improvvisato) di Sara (o Sarina) una delle muse "veterane" di Semarah Dance, Sara ha molta grazia e balla in modo molto naturale. La notte dei miti danzanti di Semarah Dance è stata un successo e il pezzo di  Sarina con i suoi ventavelo è stato molto apprezzato dal pubblico. www.semarahdance.com

 
 
 
 

Miti e leggende: la ninfa Euridice


Euridice è una splendida ninfa driade. In quel periodo in  Grecia  viveva Orfeo, figlio della musa Calliope.
Il giovane era un famoso ed apprezzato musicista e poeta, e tutti erano estasiati dai suoi dolcissimi versi accompagnati dal suono della sua lira. Al suo canto le bestie feroci uscivano dalle tane e diventavano mansuete e le forze devastatrici della natura perdevano la loro furia. Ma Orfeo era umile e non si vantata del suo talento, si limitava soltanto ad essere riconoscente ad Apollo. Il giovane era un famoso ed apprezzato musicista e poeta, e tutti erano estasiati dai suoi dolcissimi versi accompagnati dal suono della sua lira. Al suo canto le bestie feroci uscivano dalle tane e diventavano mansuete e le forze devastatrici della natura perdevano la loro furia. Ma Orfeo era umile e non si vantata del suo talento, si limitava soltanto ad essere riconoscente ad Apollo.





Un giorno Orfeo vide una fanciulla dalla bellezza disarmante mentre era in giardino intenta a raccogliere fiori per farse ne una ghirlanda. Il cantore divino le si avvicinò e le parlò. Immediatamente   Orfeo, colpito dalla sua grazia, se ne innamorò perdutamente e le chiese di sposarlo immediatamente.  Euridice lusingata e commossa accettò. Le nozze si celebrarono in un bosco della Tracia, ma un triste presagio si verificò durante il matrimonio: un denso fumo accompagnato da un sordo sfrigolio offuscò la luce delle fiaccole. La felicità dei due giovani era però tale che non badarono all’oscuro presagio. All'improvviso Euridice  urlò terribile e cadde a terra senza vita: una vipera velenosa l'aveva morsa. Orfeo disperato, si chinò sulla sposa che giaceva esanime, ma Euridice era morta. Il giovane, come impazzito, andò a nascondersi nei boschi. Vagò senza meta per giorni e giorni, cantò la sua tristezza agli alberi, agli uccelli, ma non  riuscì a placare il suo dolore ed a dimenticare la sua amata. Fu allora che Orfeo decise di tentare un'impresa disperata.
Scese nel regno dei morti per tentare di convincere Ade e Persefone a far tornare in vita la sua amata e cantò  le sue canzoni che fecero  commuovere anche le Erinni. Ade e Persefone si convinsero quindi a lasciare andare Euridice, a condizione che Orfeo camminasse davanti a lei e non si voltasse a guardarla finché non fossero usciti alla luce del sole; quando però Orfeo non udì più i passi della moglie si voltò per guardare se lo stesse ancora seguendo e vide l'anima di Euridice sprofondare nell'Ade, questa volta per sempre. Il dolore del giovane fu terribile; urlò, singhiozzò, supplicò  gli dei infernali, trasse dalla sua lira le note più struggenti, ma ormai si era giocato la sua possibilità. Il re delle tenebre non s'impietosì una seconda volta e non gli concesse più la grazia.



Orfeo tornò sulla terra, vagò sperduto e sconfitto dal dolore.  A poco a poco la sua profonda disperazione trovò un piccolo conforto nella musica, di cui tracciò le note su una corteccia d'albero.
In Grecia non c'è cantore che non abbia una copia di quella magica musica che riuscì a lenire lo straziante dolore dell’infelice Orfeo.


Il mito di Euridice rivive durante lo spettacolo la notte di miti danzanti grazie a Mary e al suo assolo. Mary è una delle muse di Semarah dance che avete già conosciuto sul nostro blog, nonché l’amministratrice della pagina facebook di Semarah dance. Info: www.semarahdance.com


Mary con il percussionista Lollo Iudici  e Sara Semarah Dance

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