La danza del candelabro in arabo Raks Shamadan, nasce agli inizi del secolo XX e affonda le sue radici nell’antico rito del matrimonio egiziano, in cui la danzatrice precede il corteo nuziale con un candelabro acceso posto sulla testa, per illuminare il loro cammino dei futuri sposi e proteggerli dalle forze oscure. Le cerimonie nuziali egiziane per tradizione si celebravano con processioni notturne. Le esatte origini del Raks Shamadan non sono ancora perfettamente definite. Secondo alcuni esperti la danza del candelabro sarebbe stata introdotta in Egitto dagli Ottomani, mentre altre fonti collocano la sua nascita verso la fine dell’ottocento in Egitto. Le prime interpreti di questa danza utilizzavano lanterne ad olio e candelabri di uso comune per mettere in scena la danza. Con la diffusione del Raks Shamadan però alcuni artigiani idearono dei candelabri specifici per le danzatrici, dotandoli di un elmetto regolabile per una maggiore aderenza al capo. La modernizzazione e la globalizzazione contribuirono ad affievolire delle tradizioni e l’antico culto nuziale si spostò dalla strada a luoghi di festa come alberghi o ristoranti, ma tuttavia l’utilizzo e la bellezza dello Shamadan (il candelabro con diverse luci) è rimasta inalterata nel tempo. La danza con il candelabro è considerata un'espressione folkloristica perciò molto amata dalla popolazione. Viene eseguita su un ritmo lento ma richiede grande abilità ed equilibrio. La danza con il candelabro è di grande effetto scenico, anche se presso il fuoco è sostituito da lampadine elettriche, meno di impatto ma che rendono lo strumento più sicuro per la danzatrice.
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