Danza del ventre: cenni storici





La danza del ventre ha origini antichissime e probabilmente veniva praticata sin dall’alba dei tempi per celebrare il culto della Madre. La parola danza deriva dal sanscrito “tahna”, che significa gioia di vivere. La storia ci narra che molte sacerdotesse di paesi e religioni differenti celebravano le loro divinità con danze che ricordano molto la danza del ventre, utilizzando movimenti ondulatori del bacino come rito propiziatorio della fertilità della terra e anche della donna. Nell’antico Egitto i faraoni apprezzavano la figura “8” e lo shimmy e in numerose tombe furono rinvenute raffigurazioni di alcune sacerdotesse intente a danzare il “koradox”, un antenato della danza del ventre. E come non citare la famosa danza dei sette veli, per mezzo della quale la Salomè, la bella figlia di Erodiade, ottenne la testa di Giovanni Battista. La danza del ventre era una danza in onore della dea Isthar, divinità che esalta la potenza, la flessibilità e la forza del corpo femminile. ISHTAR era anche adorata anche come Ianna, trasformata poi in Anat e Atargatis in Siria, Ashtoreth e Astarte in Israele, Iaset e Iside in Egitto e Afrodite (Venere) in Grecia. Successivamente col passare del tempo la danza del ventre assunse ed acquistò stili e contaminazioni diverse diventando principalmente una forma di intrattenimento. Se parliamo di danza del ventre il nostro primo pensiero ci porta verso la cultura araba e mediorientale, dove è conosciuta con il termine “raqs sharqi” (“danza orientale”) e veniva praticata soprattutto negli harem, dove la ballerina più dotata e sensuale aveva l’opportunità di trascorre la notte con il sultano. Ricordiamo che a sensualità per cui è famosa questa danza nasce dalla naturalezza e non dalla provocazione. La danza del ventre non è assolutamente una danza erotica. Successivamente giunse in Occidente nel diciannovesimo secolo quando, durante la campagna d’Egitto di Napoleone, gli uomini francesi rimasero totalmente affascinati dai movimenti fluidi ed sinuosi del bacino delle donne mediorientali, cosa mai vista prima in nei loro territori, e decisero di soprannominarla “danse du ventre”. Questo diede inizio alla diffusione su larga scala di questa disciplina. La danza orientale è giunta in Europa non direttamente dai paesi arabi, ma dagli Stati Uniti. Qui la prima esibizione si svolse nel 1893 attraverso la danza di Little Egypt in occasione dell’Esposizione Universale di Chicago. Un’esibizione che fece scalpore, e che fu imitata, spesso anche in modo irriverente da molte donne e importata nei cabaret americani con spettacoli dedicati principalmente agli uomini. La diffusione maggiore della danza del ventre si verificò anni Settanta, quando alcune famose ballerine americane come Ruth St. Denis e Mary Garden, (donne che diedero le basi della danza moderna ) ebbero ispirazione dalle movenze della danza orientale. La passione per quest’arte in America scoppiò totalmente nel corso degli anni Settanta durante le conquiste del femminismo che le attribuirono un simbolo di libertà dell’essere donna. BADIA MASABNI - Possiamo tranquillamente sostenere che l’attrice e ballerina Badia Masabni sia la donna che portò la danza del ventre nell’era moderna aprendo un salone per le feste in Egitto. All'inizio del 900 il Cairo era il centro dell'industria e del divertimento perciò Badia ebbe l'idea, nel 1926, di aprire il "Casinò Opera"che divenne famoso come "Casinò Badia" o "Cabaret Madame Badia". Il locale offriva una vasta gamma di spettacoli di canto, danza, spettacoli comici e di magia. La sua fondatrice si ispirò al modello di locale notturno occidentale dell'epoca, per attirare anche il pubblico occidentale e non solo clienti egiziani e arabi. Il locale ebbe un successo enorme, e divenne un luogo “glamour” frequentato buona società, da nobili e personaggi di spicco. Il Casinò divenne un trampolino di lancio per moltissimi attori e personaggi dello spettacolo e grazie a Badia l'arte della danza orientale fu portata davanti al pubblico su un palcoscenico, elevandola dal rango di danza popolare. Nel Casinò Badia si sperimentò per la prima volta anche l'uso del velo nelle coreografie, strumento supportato e voluto da Badia dopo averlo visto usare durante uno spettacolo di Isadora Duncan a Parigi. Un'altra grande idea di questa donna straordinaria fu quella di affiancare gli strumenti tradizionali come la darbouka, il req e il kanoon a strumenti occidentali come viole, violini, violoncelli... Il Cairo all'epoca subiva fortemente il fascino della musica classica europea, soprattutto dell'Opera e questa idea di unire suoni diversi fu accolta positivamente. Il locale formò delle star a tutti gli effetti e fra il 1930 e il 1940, e alcune ballerine conquistarono molto clamore : Samiya (Samiya) Gamal e Taheya Karyoka  (Tahya Carioca), e Nagwa Fuad che divennero famosissime star del mondo della danza e attrici di successo. Nella cultura araba, la danza tradizionale viene considerata come simbolo di grande orgoglio dal popolo che ancora oggi tramanda la musica e lo stile del proprio paese. Da alcuni anni la Danza del Ventre sta vivendo un momento di grande successo in Occidente, e finalmente si sta riportando alla luce il suo vero significato cioè quello disciplina pura. pulita e naturale: un arte antica, fatta di rito e di spettacolo, prendendo le distanze dall’opinione errata di danza erotica e provocatoria. I benefici della danza del ventre sono ormai all’opinione pubblica. I movimenti circolari sciolgono il corpo, e pian piano esso acquista consapevolezza e sicurezza, riportando alla luce i caratteri della femminilità racchiusi in ogni donna. Rafforza lo spirito di gruppo e fa sentire ogni ballerina libera di amare il proprio corpo senza preoccuparsi troppo del suo aspetto. Non serve essere bellissime e fisicamente perfette per praticare questa magica disciplina. La danza del ventre e' una delle poche danze adatta ad con ogni tipo di corporatura ed è considerata anche curativa per numerosi problemini fisici, se insegnata in modo non improvvisato. Se consideriamo la danza come una disciplina sportiva deve essere insegnata con criterio e da insegnanti professionisti.