Tra gli stili della danza del ventre ci
imbattiamo nel “raks al sayf” ovvero la
danza con la spada. Secondo alcune
testimonianze questa danza risale all’impero Ottomano dove purtroppo molto
spesso le donne venivano rapite per essere vendute a ricchi signori per essere inserite negli harem. Le
più belle e talentuose diventavano le concubine o si
dedicavano al canto e alla danza per soddisfare i bisogni del loro padrone mentre quelle meno dotate erano ridotte in schiavitù e si dedicavano ai lavori domestici ecc. Molte
donne non si arrendevano a questo destino e lo dimostrarono apertamente durante
le loro esibizioni di danza, afferravano le spade dei guardiani presenti.
Dopodiché si sistemavano l’arma sopra alla testa in perfetto equilibrio e
continuavano la loro danza con movimenti delicati e sinuosi senza mai far
cadere la spada. Questo gesto era una sorta di sfida verso gli uomini per cercare di affermare la loro libertà
anche se erano prigioniere che possiamo
riassumere con una semplice frase “puoi avere il mio corpo ma non il mio
spirito.” La
danza con la spada odierna è molto affascinante. Richiede una notevole
concentrazione, grande abilità e molta padronanza dei movimenti. La
danzatrice che usa la spada è una donna forte, decisa e al contempo leggiadra.